I trailer hanno ucciso il cinema?

Giudicare un libro dalla copertina, lo stai facendo molto bene!

Sembrerà un argomento banale o una domanda assurda…ma è qualcosa che mi è precipitata in testa dopo aver guardato il trailer di lancio dell’ultimo film firmato Peter Jackson, e non potevo non parlarne.
Sulla questione del cinema colmo di sceneggiature insipide se ne può discutere per anni…ma siamo davvero sicuri che sia soltanto questo il virus che infetta le sale buie?
Forse ho visto troppi film? Ho esaurito la mia dose di entusiasmo? Oppure semplicemente guardando un trailer già so che prodotto mi andranno a confezionare…E in fondo non servivano a questo i trailer dei film?!! Sono una serie di domande che continuo a pormi ad ogni nuova presentazione che non mi convince, ogni nuova lucente copertina che mi pare possa, prima o dopo, deludermi.
Il problema potrebbe annidarsi dentro la mia esperienza trentennale di spettatore cinematografico, ma questo non spiegherebbe assolutamente il fatto che indiscutibilmente, a volte, ci sono anche trailer che attirano la mia attenzione.
A volte mi ritrovo davanti a lavori dalla potenza spropositata e dalle gambe troppo corte, e non importa quanto la computer grafica sia ineccepibile, o quanti attori di spessore vengano presentati. Sono lì davanti e il mio cervello già ha calcolato le due o tre alternative che mi garantirà questo film, e già ha perso interesse nel passare due ore a guardarlo.

Si può incolpare la lunghezza delle presentazioni, si possono incolpare persino i registi stessi, che seppur grandi, cominciano a sfornare lavori preconfezionati ad hoc per ogni stagione. Con questa sottile venatura di tristezza ho guardato gli ultimi trailer dei film di Woody Allen, o i sequel di Alien e Jurassic Park, o l’ennesimo film di Spider-Man. Non mi addentro nemmeno nella polemica sequel o remake, anche restando su un terreno di “novità” concettuali, dopo quei due minuti di trailer per me il termine “novità” non esiste più. Posso venir tacciato di una sostanziale boria nello scrivere questo, ma se ci pensate a fondo vedrete che avrete fatto esattamente lo stesso mio pensiero. Per non parlare dei giochini psicologici da marketing, ahime, facilmente riconoscibili, che vediamo usare costantemente nel montaggio di un trailer. Immancabile scena di sesso accennata (peraltro a volte esclusa dal film stesso come fu per “Le origini del Male”) Attore ben presentato (tanto per rimarcare quanto ci costa), scena action iperstrutturata con battuta d’effetto. Le emozioni mostrate sono sempre ben delineate e basiche, il ritmo è in climax ascendente aiutato dalla musica e dai suoni, le musiche spesso sono cover genialmente accostate al tema del film. Ovviamente si tratta di un’industria che crea prodotti che devono vendere e che quindi è alla costante ricerca di novità, ma spesso e volentieri continua nella mia testa a girare il pensiero “la solita roba già vista”.

Il rischio stesso dei trailer è vederli trasformarsi nei primi cialtroni che spoilerano il film quando sei in coda al botteghino. Sei lì, tronfio e solo, non hai ancora scelto o visto il trailer, guardi le locandine che giganteggiano all’ingresso per decidere. In fila tenti principalmente di capire dove andranno il mucchietto di ragazzini con genitori svogliati onde evitare accuratamente di scegliere lo stesso film, e ti spari il trailer di uno dei titoli su youtube per capire di cosa tratta. Al che in fine tocca a te, sei alla cassa, saluti il cassiere incazzato e te ne vai  ad alcolizzarti…tanto hai già visto tutto ciò che c’era nel film! Questa è la triste realtà della mia vita da cinefilo ultimamente.

Parlando tecnicamente, la storia dei trailer inizia quasi di pari passo con la storia del cinema, per chi non sapesse l’origine del termine trailer in inglese significa rimorchio: erano spezzoni di film che seguivano il film principale. La tradizione poi è passata dal seguire all’anticipare il film, ma poco è cambiato, se non il fatto che dai primi trailer si sia passato all’industria vera e propria dei trailer. A New York negli anni venti del novecento nasceva la NSS (National Screen Service), la case cinematografiche subalpaltavano la produzione di trailer agli addetti al mestiere diciamo. La cosa creò dei dissapori col tempo e ovviamente molti registi successivamente, tra cui Wells, Kubrick e Hitchcock giravano da soli i loro trailer (e i trailer di Hichcock sono una chicca di metaspettacolo …ma questo è un altro discorso). La mela del peccato che cambiò radicalmente l’architettura di questi spezzoni  fu colta nel 1975 da Steven Spielberg con il trailer de Lo squalo, per la prima volta ci troviamo di fronte ad un mini-film che spiega nel dettaglio al pubblico ciò che accadrà.


Non è un caso che con l’avvento di youtube probabilmente la maggior parte di noi abbia visto più trailer che film…è una dinamica che ognuno di voi ha ben nota scommetto, anche voi giudicate subito da quei 2 minuti cosa vale il vostro tempo. Questo giudizio che i buonisti possono considerare affrettato e negativo addirittura è solo uno dei tanti figli del libero mercato.
Insomma in definitiva il mercato e la produzione di trailer sono diventati così vasti e specializzati da dover fornire un prodotto altamente motivante, ma purtroppo, per gente che giornalmente vede film, un prodotto che rischia di essere spesso altamente prolisso e disturbante.
Sono giunto nell’ultimo anno alla conclusione perentorea di evitare tassativamente la visione di molti trailer,  a volte cadendo nelle trappole opposte che solo il titolo di un film può indurre ovvio…altre volte gustando o disgustando qualcosa senza dover pensare “si, avevo ragione, era l’ennesima cagata, si capiva dal trailer!!!”.
Sapete, l’ignoranza è una delle migliori forme di sopravvivenza alle volte…


(Signor Darwin non la abbia a male con questa ultima frase sulla sopravvivenza, ha problemi più incombenti da dirimere riguardo la sua teoria evoluzionistica dopo l’avvento dei no-vax e dei terrapiattisti)


Lascia un commento